La Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon è una delle e-bike più innovative che sono comparse quest’anno sulla scena.
Rappresenta uno sforzo ingegneristico, produttivo ed economico molto importante per il marchio canadese con lo scopo di rafforzare la propria identità ed unicità e al tempo stesso proporre un mezzo facile e intuitivo da utilizzare.
La strada scelta, quella di sviluppare e produrre in casa motore, batteria (integrata nel tubo obliquo e da ben 632 Wh) e software, è una strada molto impervia e che pochi altri marchi hanno intrapreso.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

A ciò unite un telaio in fibra di carbonio, una geometria regolabile tramite il sistema Ride-9, la predisposizione per un portaborraccia (divenuto, con l’avvento della Turbo Levo, l’emblema delle e-Bike di nuova generazione), componenti specifici per e-Bike e un’applicazione dedicata (chiamata EbikeMotion) che, seppur poco elaborata, è comunque capace di una certa personalizzazione dell’erogazione del motore.
Insomma, il pacchetto è davvero completo e pronto per confrontarsi non solo con le e-Bike attuali, ma anche con quelle della prossima generazione.
La batteria da 632 Wh, infatti, la proietta in avanti rispetto alle rivali più accreditate (eccettuando quelle con la doppia batteria) e la pone, almeno sulla carta, fra le e-Bike di spicco.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon
L’estrazione della batteria dalla sua sede nel tubo obliquo è possibile, ma richiede del tempo.

Non potevamo esimerci dal provarla e sebbene la richiesta di test da parte del pubblico per questo modello sia molto elevata il sottoscritto è riuscito ad averla in test anche se per poco più di un weekend.
Giusto il tempo necessario a realizzare lo Short Test che state leggendo e seppure il tempo trascorso in sella sia relativamente breve è stato comunque sufficiente a confermare il titolo che scegliemmo per l’articolo di presentazione della bici.
Passiamo ora alla prova.
Premete play…

L’elettronica della Rocky Mountain Altitude Powerplay
Il cervello del sistema è nel comando remoto iWoc tramite il quale è possibile interfacciare via Bluetooth LE uno smartphone con l’app EbikeMotion (il cui download è gratuito e compatibile con sistemi Android e iOS) e configurare il livello di assistenza delle 3 modalità Eco, Trail e Ludicrous.
EbikeMotion fornisce informazioni anche sull’autonomia residua della batteria più altri parametri utili per l’utente e-Bike e di fatto rappresenta il display della Rocky Mountain Powerplay.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Come detto nel video, il feeling con il comando remoto iWoc non è dei migliori, perché i pulsanti non danno un feedback tattile molto chiaro dell’avvenuto click quando si è in off-road ed occorre distogliere lo sguardo dal sentiero per capire quale pulsante si sta spingendo.
Magari in questo caso l’abitudine può giovare, ma rimane il particolare meno riuscito della bici.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Le informazioni visive che fornisce l’iWoc riguardano lo stato di carica della batteria (4 Led) e il livello di assistenza (3 Led), che però diventano poco leggibili in presenza di forte luce solare e/o se si guarda il display da una posizione molto angolata.
Durante questo breve test però non è mancata qualche incertezza di connessione fra lo smartphone (con sistema operativo iOS) e l’iWoc, cosa che però non ha impedito comunque di proseguire l’uscita.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Nel complesso la Rocky Mountain Altitude Powerplay si è rivelata affidabile e un po’ meno raffinata da un punto di vista software rispetto alle soluzioni proposte da altri marchi (Specialized in testa).
Ciò, però, non impedisce all’utente di fruire appieno questa e-Bike.

In sella
La posizione in sella è tipicamente Rocky Mountain e sebbene il reach sia stato allungato rispetto al passato, rimane comunque una bici con un tubo superiore più compatto rispetto alla tendenza attuale in campo trail-enduro per via di un tubo piantone piuttosto verticale.
Questo però ha dei lati positivi, come detto nel video.
Il tubo piantone molto verticale (74° con il Ride-9 in posizione da discesa, foto in basso) permette a chi pedala di assumere una posizione molto efficace e leggermente protesa verso il manubrio.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

L’angolo di sterzo di 65° e la forcella Fox 36 Float Performance da 160 riescono a restituire un assetto ben bilanciato per la discesa, più improntato alla maneggevolezza che alla stabilità.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Nel complesso la posizione in sella è quella tipica di una Altitude.
Una cosa è da considerare: con un telaio di taglia L, l’altezza minima della sella, considerato il reggisella telescopico (un Fox Transfer) da 150 mm e la sella di serie, è di 74 cm.
Cioè quella ideale per il sottoscritto.
Un dettaglio da tenere a mente.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon
La trasmissione Sram Ex-1 abbinata a una corona da 34 denti ha reso ancora più fluido il funzionamento di questa bici
Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon
Il pacco pignoni 11-48 a 8v dello Sram Ex-1

In salita
Il suo comportamento e le sue capacità in salita sono una scoperta continua.
La posizione raccolta favorisce le doti di arrampicatrice della Rocky Mountain Altitude Powerplay grazie all’erogazione fluida, intuitiva e prevedibile del motore.
E’ difficile far pattinare la ruota motrice (a meno di non essere su un fondo molto sdrucciolevole) ed è più facile riuscire a ripartire anche su pendenze molto ripide.
Questo perché il motore, per come è fatto, riesce a dare supporto al biker in modo immediato, non appena questi applica una forza minima sul pedale.
Il motore infatti recepisce l’input di erogare potenza tramite un sensore di coppia che legge la tensione della catena.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Infatti, quando si applica forza sui pedali la tensione della catena cambia all’istante e altrettanto repentinamente viene erogata la spinta dal motore.
Tanto più forte si spinge sui pedali e tanto maggiore sarà il supporto del motore limitatamente al livello di assistenza prescelto.
Ciò che si percepisce è una spinta sempre molto fluida e, soprattutto, intuitiva, che di rado porta a pattinare la ruota posteriore.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Una delle peculiarità di questo sistema (che premia il coraggio ingegneristico di Rocky Mountain) è la sua facilità di utilizzo in offroad che grazie anche al grip offerto dalle gomme Maxxis Minion Dhf 2,5” Wide Trail si esplica praticamente ovunque.
In termini di facilità e di logica di funzionamento questo motore merita i massimi riconoscimenti e ciò lo pone fra i sistemi più evoluti e più intuitivi del momento.
Il lato meno piacevole di questa drive unit è una certa ruvidità che si percepisce sui pedali durante il suo funzionamento per via del percorso tortuoso che compie la catena all’interno del motore (foto in basso).

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

La rumorosità, invece, è abbastanza contenuta.
Sul fronte sospensioni, l’ammortizzatore Fox Float Dps Evol Performance Elite è capace di un funzionamento di tutto rispetto in salita.
E’ molto sensibile e, volendo, può arrivare quasi a un lock-out che aiuta non poco sui fondi molto battuti.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

La sua reattività e fluidità, inoltre, aiutano la bici a procedere anche in presenza di pendenze accentuate e fondi scivolosi, a patto, però, di utilizzare l’opportuna tecnica di guida.
Il carro corto (42,5 cm misurati) non penalizza il grip in salita, ma favorisce l’agilità proprio laddove il sentiero diventa stretto e impervio.
Il grip offerto dalla gomma posteriore (in combinazione con cerchi Sun Ringle Duroc da 40 mm di larghezza), infine, è formidabile.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon




In discesa
Sul fronte componenti siamo su livelli molto alti e, anche se non si eccelle su tutti, il comportamento generale è davvero molto valido e divertente.
La forcella Fox 36 con cartuccia idraulica Fit Grip permette prestazioni inattese per capacità di incassare sollecitazioni molto intense e consentire la dovuta sensibilità ai piccoli impatti.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Basta trovare il precarico corretto (il sottoscritto era a 95 Psi per un peso corporeo di 87 Kg) per avere un bilanciamento ottimale in discesa, grazie anche alla facilità di regolazione della compressione.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon
Il pomello di regolazione Grip dell’idraulica in compressione.

L’assetto in sella è nel complesso raccolto, ma questo favorisce l’agilità della bici che fa quasi (e sottolineo quasi) dimenticare il peso di 22,19 Kg.
Nello stretto la si riesce a guidare come fosse quasi una bici normale e, comunque, molto meglio di tante altre e-Bike di pari livello.
Anche su questo fronte Rocky Mountain ha fatto un lavoro incredibile.
Paga qualcosa sul ripido e sul veloce, dove occorre lavorare di braccia per contrastare al meglio la spinta della gravità e mantenere il busto nella posizione ottimale.
Qui richiede una certa abitudine, ma nello stretto e laddove è richiesta agilità si comporta in modo sorprendente.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon
Lo spinotto per la carica della batteria ha un attacco posizionato sul tubo obliquo. Richiede uno spinotto e un alimentatore dedicati

L’autonomia della batteria
Ecco un altro punto di forza di questa bici.
I 632 Wh di capacità della batteria di serie sono un plus di innegabile valore.
Se siete abituati a usare e-Bike con batterie “standard”, cioè da 500 Wh, i 132 Wh in più possono spingervi più lontano ampliando le possibilità di utilizzo della bici.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon
La schermata dell’app EbikeMotion che mostra le impostazioni utilizzate per l’ultima uscita test: Eco al 33%, Trail al 48% e Ludicrous al 67%.

Basti pensare che le due uscite compiute con la Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon sono concluse sempre con una carica residua di batterie superiore al 20%.
E parlo di un’uscita condotta per il 75% in Eco e il 25% in Trail (con Eco impostato al 35% e Trail al 55% tramite l’app) con 39,3 Km e 1542 metri di dislivello e una carica residua superiore al 20%.

E di un’altra uscita condotta tutta in Trail (impostato al 48%) con 36,7 Km, un dislivello di 1431 metri e una carica residua del 26%.

Ovvero se masticate un po’ di e-Bike vi risulterà facile capire che il range di utilizzo di questa bici è più ampio rispetto a quanto la maggior parte degli utenti e-Bike sia oggi abituata, considerando un peso corporeo di 87 Kg, non proprio da scalatore.
E’ anche per questa ragione che la Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon è già in grado di sfidare la prossima generazione di e-Bike.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon
Il sensore di velocità è nascosto nel forcellino posteriore sinistro. Il magnete è installato sul disco. Un altro tocco di modernità su questa bici.

Il confronto con la Specialized Turbo Levo Fsr Carbon
Proviamo a fare un confronto fra il modello di riferimento (per popolarità), ossia la Specialized Turbo Levo Fsr Carbon (qui i dettagli) e la Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon. Innanzitutto c’è una differenza di escursione posteriore (135 mm la Levo e 150 la Powerplay) che rende più trail bike la Turbo Levo e un po’ più enduro la Altitude Powerplay.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Le due bici, in sostanza, hanno un comportamento e un carattere differente che rispecchia le differenze che esistono fra la Stumpjumper e la Altitude tradizionali. La parte motore invece è quella che fa le differenze: il Turbo 1.3 è un po’ meno fluido di quello della Powerplay, ma è più silenzioso e molto più personalizzabile (è in assoluto il più personalizzabile ad oggi).
Il motore Powerplay, invece, è più reattivo, prevedibile e facile da configurare (sebbene le opzioni possibili siano di meno rispetto a quanto offre la Turbo Levo), ma sui pedali trasmette una maggiore ruvidità.
Sul fronte batterie, invece, vince a mani basse la Powerplay se parliamo della batteria da 632 Wh, ossia quella testata.

In conclusione…
Le tante raffinatezze di questa bici hanno però un prezzo: 7499€
Il che la pone lassù, dove sono tutte le e-Bike di punta e anche un po’ più in alto rispetto a tanti modelli con telaio in lega leggera.
Non è un esborso facile, né tanto meno possibile per tutti, ma il mercato delle e-Bike in fibra di carbonio, oggi, ha dei prezzi che sono ben superiori a quanto ci si aspetterebbe.
E questa bici non fa eccezione.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Ci sono dei “però”: questa bici ha una tecnologia tutta sua e sviluppata in casa, un allestimento curato e pensato per l’uso e-Bike (vedi anche la trasmissione Sram Ex1), un comportamento offroad da riferimento, più le numerose raffinatezze tipiche delle bici Rocky Mountain.
Insomma, non è una Mtb qualsiasi e ogni suo dettaglio lo ribadisce.
Vale i soldi che costa?
Se si fa il raffronto con le rivali di pari tipologia, la risposta è affermativa, ma il prezzo rimane, in assoluto, molto alto.
Non è questa la sede per entrare in dettagli di questo tipo, ma di sicuro la Altitude Powerplay 70 Carbon ha tanti motivi che possono convincere all’acquisto.
Se vi capita di provarla e se siete in cerca della prima e-Bike (con l’intenzione di sostituirla alla Mtb tradizionale) sappiate che potreste essere fortemente tentati dall’acquisto…
Noi vi abbiamo avvisato.

Per informazioni Bikes.com oppure Dsb-Bonandrini.com

PS: la Altitude Powerplay ha folgorato anche un altro biker, Wade Simmons.
Nella foto in basso in sella alla sua Altitude Powerplay 90 Carbon.

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Ehm… nella foto in basso, scusate… 🙂

Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon

Potete vedere il video e leggere la sua storia cliccando qui



Simone Lanciotti

Salve, mi chiamo Simone Lanciotti... e sono un appassionato di mountain bike come voi. Qualche anno fa, beh, ormai 5 anni fa, ho provato la prima e-Mtb e si è aperto un mondo. Sono convinto che siano un'alternativa alle Mtb che potenzialmente riguarda tutti i biker. Il mio lavoro (e quello dello staff di eBikeCult che dirigo) è raccontarvi la loro evoluzione, come usarle al meglio e come vanno sui sentieri. Di seguito potete trovare tutti gli articoli firmati dal sottoscritto. Simone Lanciotti