LEOGANG – State per leggere di un nuovo modo di intendere la Mtb che si appresta a rivoluzionare l’idea stessa di Mtb.
Ho deciso di scrivere questo articolo in prima persona affinché possiate immedesimarvi meglio nelle situazioni che sto per descrivere.
Vi chiedo, però, una cortesia: mettete da parte tutto ciò che sapete sulle bici a pedalata assistita, anche quello che avete letto su di esse su MtbCult.
La nuova Specialized Turbo Levo Fsr (qui i dettagli tecnici) è una cosa mai vista prima.
Come avrete letto nell’articolo di presentazione, la Turbo Levo Fsr ha 135 mm di escursione e ruote 650b Plus, o 6Fattie secondo la denominazione Specialized, e, quindi, viene immediato figurarsela in discesa, sui sentieri più difficili, sulle pendenze estreme.
E invece fermate l’immaginazione e cominciamo dal fondovalle, cioè dalla salita.

IMG_2623

La salita, mai stata così divertente
Avete mai pensato di affrontare con la bici quel sentiero che di solito vi fa divertire tanto in discesa?
Ok, i gradini di roccia da mezzo metro non sono proprio alla portata di tutti, eppure la Specialized Turbo Levo Fsr, con un po’ di tecnica, se li mangia alla grande.
In salita non si ferma mai e non occorre chiedere al motore la massima assistenza perché nella modalità Eco o Trail (le due più morbide) si ha un supporto più che sufficiente.
Pedalata rotonda, scelta opportuna della traiettoria, tanto lavoro di braccia e di busto e la salita passa in un attimo.
A Leogang di sentieri cattivi ne esistono quanti ne volete. E non solo in discesa.
Il grip offerto dalle gomme 650b Plus è quasi infinito e va davvero in crisi solo su radici bagnate (quelle grosse però).
Sulla ghiaia sale.

specialized pedal assist launch 2015

Sulle pendenze estreme, se avete l’accortezza di abbassare la sella, sale.
Lo sforzo fisico richiesto non è nullo, cioè la guida in salita è impegnativa, ma è proprio questo il bello perché se volete potete evitare del tutto l’asfalto.
La risalita la fate direttamente sullo stesso sentiero che farete in discesa.
E credetemi, le pendenze che si possono superare sono ben superiori a quelle che potete immaginare.
La Specialized Turbo Levo Fsr, infatti, richiede un certo periodo di apprendistato per via sia delle gomme più grandi, sia per la presenza del motore.
Non ci vuole molto e, a dirla tutta, è un processo anche molto divertente, perché vi farà scoprire un nuovo modo di fare Mtb.
La salita, ovviamente, è il frangente nel quale motore e batteria vengono impegnati maggiormente e l’autonomia ne risente.

IMG_2627

Durante i due giorni di riding, però, ho notato che il motore Brose non è proprio parco nei consumi, ma non posso esprimermi in merito visto che il modello che ho provato (a proposito, era una versione Expert) appartiene a un lotto di pre-produzione.
L’autonomia, tuttavia, è sufficiente per affrontare dislivelli consistenti, intorno ai 1500-1700 m, ovvero ciò che serve di solito per fare un giro in montagna.
Vi state immaginando in sella a questa bici?
Sono sicuro che vi state già immaginando anche il divertimento.

specialized pedal assist launch 2015

L’erogazione della potenza è calibrata in modo ottimale perché non è immediata e questo dà modo al biker, quando si trova in situazioni difficili in salita, di affondare un po’ il pedale, guadagnare un minimo di equilibrio in sella e quindi spingere anche con l’altro pedale.
In modalità Eco è abbastanza facile ripartire da fermo anche su pendenze molto serie (oltre il 25%).
In modalità Trail, invece, in alcuni casi l’assistenza del motore può divenire eccessiva, ma si può usare il freno posteriore per modulare l’erogazione della potenza, un po’ come si farebbe con la frizione di una moto…

specialized_pedal_assist_launch_action_024

In modalità Turbo, infine, si rischia di far pattinare la ruota posteriore e di avere anche troppa velocità: meglio utilizzarla su fondi compatti e su strade più larghe dove è più facile andare veloci.
Quindi, in salita si fatica, certo, ma anche su salite che non avreste mai sognato di fare in sella.

In discesa torna a essere una Stumpjumper
In linea di principio è proprio così e a questo risultato concorrono tre fattori: la geometria (ispirata in tutto e per tutto a quella della nuova Stumpjumper), le ruote 6Fattie (caratterizzate da cerchi in lega da 38 mm di larghezza) e le sospensioni con un tuning specifico per questa bici.

specialized_pedal_assist_launch_action_089

Il motore e la batteria si sentono e non posso negare che la maneggevolezza ne risenta, ma riuscire a guidare questa bici senza sentirsi impacciati è alla portata di tutti.
Le gomme 6Fattie non richiedono troppe accortezze nella scelta della traiettoria se il sentiero è abbastanza largo (diciamo almeno 70 cm) e quando il tracciato si fa cattivo ti danno un grip superiore che ispira confidenza.
Puoi saltare cose che non avresti mai pensato di saltare.

Puoi azzardare, ma solo dopo aver compreso quali sono i limiti di tenuta di queste gommone.
I “soli” 135 mm di escursione sulla ruota posteriore bastano e avanzano per fare davvero di tutto.
State pensando all’enduro?
Anche io l’ho pensato e vi dico che il modo in cui abbiamo guidato su alcuni sentieri (affrontati tutti alla cieca) è molto vicino a questa tipologia.
La sospensione posteriore lavora tantissimo, è super sensibile e asseconda molto bene ciò che fa la ruota posteriore: il Tune Rx Trail è ben calibrato e la sensazione che si percepisce è di una morbidezza estrema.
Super plush, come direbbero gli americani.
La pressione delle gomme? Dagli 1,8 bar iniziali sono sceso a 1,4 ma mi è rimasto il dubbio di poter scendere ancora più in basso.
Il mio peso non è proprio da ballerina della Scala, ma forse si poteva osare qualche decimo di bar in meno.

Non sono mancate le forature. Qui si controlla la presenza di spine nel copertone, ma la causa è stata una pizzicatura. Il tester era sceso un po' troppo di pressione (circa 1,0 bar) e in discesa la velocità era molto elevata.
Non sono mancate le forature. Qui si controlla la presenza di spine nel copertone, ma la causa è stata una pizzicatura. Il tester era sceso un po’ troppo di pressione (circa 1,0 bar) e in discesa la velocità era molto elevata.

specialized_pedal_assist_launch_action_029

Se non riesci a saltarlo, passaci sopra
Ecco un altro dettaglio che alcuni utenti di fatbike già conosceranno: il maggiore volume d’aria delle ruote 6Fattie permette un approccio ben diverso con gli ostacoli.
Se siete abituati a evitarli (cosa opportuna in alcuni casi), con la Turbo Levo Fsr potete anche passarci sopra contando sul supporto offerto dalle gommone.
E questo fa tutta la differenza del mondo perché si riesce ad andare molto più veloci con meno sforzo.

Impara a conoscere il grip
Ecco una cosa che mi ha richiesto molto tempo: capire qual è il limite di grip offerto da questa bici. Il comportamento della gomme da 3,0” è molto prevedibile, ma non mancano le occasioni in cui queste ruote pattinano, tanto in salita quanto in discesa.
I fondi molto sdrucciolevoli come la terra ricoperta di aghi di pino sono un vero tranello e qui occorre fare attenzione.
Un po’ di più che con gomme normali.

specialized pedal assist launch 2015

In curva, invece, le cose sono un po’ più facili: il supporto di sospensioni e di gomme 6Fattie è magnifico e aumenta di molto rispetto a quello di una bici tradizionale, anche a lunga escursione, a patto però che il fondo non sia particolarmente scivoloso (vedi aghi di pino).
E qui mi è venuto da pensare che la Turbo Levo Fsr non sarebbe niente male come bici anche per l’enduro.
Sul ripido, anche ghiaioso, la ruota anteriore non ti abbandona facilmente e ti permette di esibirti in nose-press con più facilità.
La sensazioni di confidenza che ispirano le ruote 6Fattie è magnifica.

In frenata serve potenza
Il peso extra della bici si fa sentire e gli spazi di arresto si allungano quando le velocità sono sostenute. La cosa positiva che posso dirvi è che se anche si arriva un po’ lunghi in curva è sempre meglio provare a metterla di traverso: in quel momento vi accorgete che è uno spasso farla derapare e che, forse, non servono freni così potenti…

Sopra i 25 km orari
Ecco il limite di velocità di questa bici (e di tutte le bici a pedalata assistita) se dovete pedalare. Oltre questa soglia il motore si disattiva e i pedali diventano tremendamente pesanti. Anche in pianura.
Scordatevi quindi di fare velocità pedalando: qui oltre i 25 orari non si va.
A meno che non abbiate un gran motore nelle gambe…

La durata della batteria
Le uscite che ho fatto a Leogang con questa bici sono state tutte piuttosto impegnative in termini di pendenze da superare in salita e la batteria ne ha risentito.
Il motore Brose mi è parso un po’ più esigente di un Bosch in termini di energia, ma nonostante ciò non ho avuto problemi a chiudere tutte le uscite.

Anche se il display la indica come cadenza, il dato cerchiato in rosso si riferisce alla % residua di batteria quando il giro era praticamente concluso. Il Garmin Edge 1000 può essere configurato per mostrare un gran numero di informazioni.
Anche se il display la indica come cadenza, il dato cerchiato in rosso si riferisce alla % residua di batteria quando il giro era praticamente concluso. Il Garmin Edge 1000 può essere configurato per mostrare un gran numero di informazioni.

La percentuale minima residua è stata del 30% viaggiando quasi sempre in modalità Trail.
Un giudizio più preciso lo potrò esprimere su un modello di serie (quelli messi a disposizione per le prove erano di pre-produzione) dopo averlo testato a fondo.

_MG_15_05_Lift_8434

Insomma, a chi è adatta la Specialized Turbo Levo Fsr?
Potenzialmente a chiunque.
Se hai dimestichezza con la guida questa bici è molto divertente e appagante da guidare, tanto in salita quanto in discesa.
Se non hai dimestichezza con la guida oppure se sei poco allenato, questa bici ti porta dove né le gambe, né la testa riuscirebbero a portarti.
Riuscite a immaginarvi questa situazione?
Il motore elettrico non l’ho percepito mai come un ausilio che snaturasse la natura ciclistica di questo mezzo.
Questa bici è così lontana dal resto del mondo che è difficile, per ora, fare dei paragoni.

Simone Lanciotti

Salve, mi chiamo Simone Lanciotti... e sono un appassionato di mountain bike come voi. Qualche anno fa, beh, ormai 5 anni fa, ho provato la prima e-Mtb e si è aperto un mondo. Sono convinto che siano un'alternativa alle Mtb che potenzialmente riguarda tutti i biker. Il mio lavoro (e quello dello staff di eBikeCult che dirigo) è raccontarvi la loro evoluzione, come usarle al meglio e come vanno sui sentieri. Di seguito potete trovare tutti gli articoli firmati dal sottoscritto. Simone Lanciotti