Il test della Trek Powerfly LT 9 mi sta facendo riflettere su una cosa: cioè sulla necessità di avere un carro più lungo sulle e-Mtb.
Le e-Mtb sono talmente una cosa diversa rispetto alle Mtb che anche le geometria e le accortezze tecniche sul telaio richiedono un approccio differente.
E questo dettaglio, il carro che aumenta di lunghezza, è qualcosa che, in passato, mi avrebbe fatto rabbrividire.



Sappiamo quanto su una Mtb e su una bici in generale votata alle massime prestazioni avere un carro compatto sia proficuo e anche necessario.
Ma su una e-Mtb le cose stanno realmente così?

Carro più lungo sulle e-Mtb

Carro più lungo = maggiore trazione
Il campo di applicazione delle e-Mtb è prima di tutto la salita.
E lì che si apprezzano i benefici dell’assistenza elettrica e siccome spesso ci si trova su pendenze molto accentuate, più frequentemente di quanto si faccia con una Mtb, ecco che la geometria del telaio può richiedere qualche accorgimento ad hoc.
Ed è qui che un carro (cioè la distanza fra il mozzo posteriore e l’asse di rotazione delle pedivelle) più lungo aiuta, perché in salita riduce il rischio di sollevamento della ruota anteriore con la conseguente perdita di direzionalità.
E se la pendenza è molto accentuata e/o ci troviamo dinanzi a uno scalino è facile che la bici si impenni improvvisamente.
Quindi, da questo punto di vista, un carro più lungo su una e-Mtb ha senso.

Carro più lungo sulle e-Mtb

Carro più lungo = minore maneggevolezza
Se la necessità è quella di avere la massima maneggevolezza nella guida in discesa allora occorre accorciare il carro.
Questa è la regola in ambito Mtb e bici da strada.
Sì, questo è il rovescio della medaglia, almeno sulla carta.
Va detto però che le e-Mtb richiedono un approccio nella guida molto diverso rispetto a quanto siamo abituati su una Mtb.
Il peso e la solidità maggiori di una e-Mtb possono richiedere a volte un cambiamento nello stile di guida: la tecnica più proficua è sfruttare la massa in più delle e-Mtb per tenere più alta la velocità.
Cioè, si tratta di trarre un vantaggio da un aspetto, il peso extra, che fa storcere il naso a molti.
Comprensibilmente.
Maggiore è il peso della bici e migliore è la sua capacità di superamento degli ostacoli.
Cioè richiede meno fatica da parte del biker nel superare un ostacolo.
Ovviamente chi guida deve sapere sfruttare questo “vantaggio” dinamico adeguando il proprio stile di guida, cioè lasciando scorrere la bici, lasciando che la massa della e-Mtb faccio il suo lavoro.
Specie in curva, dove la maneggevolezza di un mezzo più pesante e più lungo (soprattutto di carro) è più bassa, almeno in teoria.
Quindi, se si sfrutta con scaltrezza la massa extra delle e-Mtb (lasciando scorrere il più possibile la bici e cercando di assecondarne i movimenti piuttosto che correggerli di continuo), il carro più lungo diventa meno problematico di quanto si creda.

Carro più lungo sulle e-Mtb

Le e-Mtb non sono delle Mtb
L’evoluzione delle Mtb a pedalata assistita ci sta portando sempre più in questa direzione.
Sebbene la bike industry stia prendendo due filosofie tecnico-stilistiche opposte (estetica simil-Mtb oppure estetica volutamente e-Mtb), tecnica costruttiva e geometria richiedono sempre più accorgimenti ad hoc per le e-Mtb.
Lo abbiamo visto sul fronte dei componenti (ruote, gomme, freni in modo particolare) e soprattutto lo vedremo sempre di più su telai e sospensioni.
Ma su questo argomento avremo modo di tornare a breve…

Qui tutte le novità 2019 presentate fino ad ora



Simone Lanciotti

Salve, mi chiamo Simone Lanciotti... e sono un appassionato di mountain bike come voi. Qualche anno fa, beh, ormai 5 anni fa, ho provato la prima e-Mtb e si è aperto un mondo. Sono convinto che siano un'alternativa alle Mtb che potenzialmente riguarda tutti i biker. Il mio lavoro (e quello dello staff di eBikeCult che dirigo) è raccontarvi la loro evoluzione, come usarle al meglio e come vanno sui sentieri. Di seguito potete trovare tutti gli articoli firmati dal sottoscritto. Simone Lanciotti