COMUNICATO UFFICIALE
Quanto vale oggi il mercato della bici in Italia?
La produzione e la vendita di biciclette Made in Italy non ha nulla da invidiare ad altri comparti manifatturieri: dopo una fase di contrazione, che ha caratterizzato l’industria delle due ruote tra fine degli anni Novanta fino al 2017, causa delocalizzazione delle filiere e calo della domanda interna, dal 2018 a oggi la produzione italiana segna +20% grazie proprio al fenomeno della bicicletta elettrica trainata dalle nuove politiche di mobilità sostenibile e dallo sprint ecologico degli stessi abitanti, cittadini e turisti.
È quanto emerge dall’ultimo Market Watch di Banca Ifis che, per il secondo anno consecutivo, è Premium partner delle Classiche del ciclismo italiano.
La Banca ha scelto di dare valore alla sponsorizzazione sportiva con un’analisi dettagliata dell’intero ecosistema della bicicletta: una filiera che conta circa 2.900 imprese per 17 mila addetti e produce ricavi per 9 miliardi di euro annui.
La buona notizia, stando all’analisi, è che nel biennio 2021-2022 un’industria su due prevede un aumento dei ricavi e solo il 10% stima una contrazione. Un segnale di un comparto che cresce sull’onda dell’innovazione e dell’impronta sostenibile: nel 2020 sono state prodotte in Italia oltre 3 milioni di bici, +20% rispetto al 2018.
Le aziende del comparto – che comprende produttori di macchine industriali per la produzione di biciclette (5%), produttori di biciclette e componentistica (21%) e distributori all’ingrosso, commercianti al dettaglio e noleggiatori (74%) – risiedono soprattutto al Nord del Paese: 22% in Lombardia, 19% in Veneto, 14% in Piemonte, 10% in Emilia-Romagna.
E sono particolarmente proiettate sui mercati esteri: circa il 42% del fatturato (633 milioni di euro) va oltre confine. Ben il 48% delle aziende che portano all’estero componenti e prodotti Made in Italy hanno sede a Nordest; il 52% delle vendite sono destinate all’Europa.
L’import, soprattutto di componentistica, ha un forte peso: oltre la metà dei produttori e grossisti importano materiale dall’estero. E la Cina è il primo fornitore.
Su questo fronte, l’industria soffre l’aumento dei prezzi delle materie prime. L’elevata dipendenza dall’estero ha determinato nel 2020 tempi di attesa anche di circa 300 giorni delle forniture di componentistica in Europa. Di conseguenza, i produttori europei di componentistica (25% la quota di mercato Italia) si sono posti come obiettivo una minore dipendenza dalla fornitura extra-Ue e di triplicare nel 2025 il valore prodotto fino a 6 miliardi di euro.
Sul fronte e-Bike, negli ultimi 5 anni in Italia, si sono quintuplicate le vendite di biciclette elettriche, passando da poco più di 50.000 pezzi annui ai 280.000 del 2020, il 14% del totale venduto. L’80% dei distributori prospetta un aumento anche nel biennio 2021-2022.
Il 90% dei produttori è sicuro che l’eBike sarà una rivoluzione duratura della mobilità per la crescente attenzione alla sostenibilità, gli incentivi all’acquisto e all’innovazione che porta modelli sempre più leggeri e performanti.
Nel 2020 sono state vendute nel nostro Paese oltre 2 milioni di bici tra prodotti made in Italy e d’importazione (+17% rispetto al 2019 e + 26% rispetto al 2018) di cui 1,73 milioni di bici tradizionali (+14%) e 280 mila eBike (+44%).
Circa il 50% in media della produzione e delle vendite italiane è riservata al ciclismo sportivo amatoriale dove si contano 10,7 milioni di appassionati (circa il 21% dell’intera popolazione), di cui 4 milioni di praticanti sportivi amatoriali e di cicloturismo che si concentrano in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
Questi ultimi sono per il 71% uomini, residenti al Nord (57%) e il 50% ha un reddito medio alto.
Per loro la passione per le due ruote si incrocia con quella per la natura e per la sostenibilità: l’87% si impegna a riciclare, il 71% vorrebbe ridurre l’utilizzo dell’auto, il 72% preferisce che le vacanze includano attività fisica.
Per quanto riguarda il cicloturismo, si è finalmente capito che produce valore: la stima della spesa complessiva generata dal cicloturismo in Italia è 4,6 miliardi di euro con 55 milioni di pernottamenti legati al cicloturismo.
Investire in servizi potrebbe quadruplicarne i ricavi: 20 miliardi è la stima della spesa che si potrebbe ottenere in Italia se si applicassero le best practice del Trentino Alto Adige, ovvero offrire percorsi sicuri per ogni età e tipologia di ciclisti, assicurare servizi per il trasporto bici, prevedere punti di ristori adeguati e agevolare altri tipi di servizi come bike hotel, tour guidati, bike park e servizi di noleggio.
Uno degli elementi chiave per migliorare l’offerta è il potenziamento della rete viaria dedicata.
A oggi, le piste ciclabili presenti nelle 22 principali città italiane si estendono per 2.341 km, cui si aggiungeranno ulteriori 2.626 km di piste già previste nei Piani Urbani di Mobilità Sostenibile, e 58 mila km di ciclovie.
Il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili prevede fondi per 600 milioni di euro nell’ambito del PNRR destinati alla “mobilità dolce” per la realizzazione di 1.800 km di percorsi ciclabili.
Per leggere e scaricare la ricerca completa Market Watch di Banca Ifis, cliccate qui.
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(Foto di apertura: Canyon)