Una volta scelta la tipologia di e-Bike occorre avere chiaro a quali componenti prestare più attenzione.
Le Mtb a pedalata assistita, infatti, richiedono diverse accortezze nella scelta della componentistica che proprio di recente sta diventando sempre più specialistica.
Come è giusto che sia.
Il primo componente è anche uno degli elementi più caratterizzanti delle e-Bike: la batteria.

La capacità della batteria
Il valore di capacità dà un’indicazione rapida e indiretta dell’autonomia chilometrica di cui possiamo disporre.
O meglio, il dislivello altimetrico che una certa batteria, in determinate condizioni di temperatura, terreno, livello di assistenza selezionato, peso del biker, pressione e tipologia delle gomme, permette.

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La vera discriminante, infatti, è quanta salita (ovvero il dislivello) possiamo fare con una singola carica piuttosto che dato chilometrico.
Il motore elettrico assorbe più corrente, cioè consuma di più, proprio in salita.
Il valore standard, oggi, è intorno ai 500 Wh, ma stanno iniziando a comparire proposte (vedi Rocky Mountain, Bh, Focus, Riese&Muller…) che permettono di arrivare ad oltre 600 Wh e, con un sistema di doppia batteria (ad esempio quello di Bosch) si arriva anche a 1000 Wh.

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La Rocky Mountain Altitude Powerplay 70 Carbon: qui il test

Maggiore è la capacità della batteria, maggiore sarà il suo peso, poiché al suo interno è stipato un maggior numero di celle, ma è anche vero che il range di utilizzo di una e-Bike con batteria più “grande” si estende, secondo i valori in campo oggi, di almeno un 20%.

Componenti dedicati sì, ma quali?
Ci sono diversi componenti che nel corso delle ultime due stagioni sono stati creati ad hoc per le e-Bike.
Vi consigliamo di tenere in considerazione i seguenti:

– La trasmissione
Al momento ci sono tre possibilità in campo Mtb: la trasmissione standard (cioè quella che si usa anche sulle Mtb classiche), la trasmissione elettroattuata Shimano Di2 e la trasmissione specifica per e-Bike Sram Ex1.
Quale preferire?

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Lo Shimano Xtr Di2: qui i dettagli e il test

Tutte e tre svolgono il loro compito, ma con prestazioni differenti.
Quella standard, a 11 o 12 velocità, permette di avere la medesima spaziatura dei rapporti a cui siamo abituati con la Mtb tradizionale.
In abbinamento a un motore elettrico funziona in modo abbastanza preciso, è un po’ più rumorosa ed è abbastanza affidabile. Le cambiate multiple, specie in up-shifting, sono da evitare per evitare seri problemi alla catena.
La trasmissione Shimano Di2 ha 11 velocità, è super efficace, molto silenziosa (ma solo in up-shifting) e, se si usano componenti originali Shimano, risulta essere anche molto affidabile.
Il sistema Di2 di Shimano permette di impostare la velocità di cambiata ed è bene scegliere valori non troppo elevati, perché l’abbinamento con il motore elettrico potrebbe far soffrire di più la catena.
La cambiata multipla è possibile, ma va attuata con attenzione.
Infine, il sistema Sram Ex1, l’unico specifico per e-Bike, raggiunge livelli di precisione, fluidità, rapidità, silenziosità (anche sotto sforzo) e affidabilità sconosciuti agli altri due sistemi.

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Lo Sram Ex1: qui i dettagli e il test

Però ha solo 8 rapporti e anche molto spaziati fra loro, il che richiede un ambientamento non proprio trascurabile e nemmeno facile.
Qualunque sistema scegliate è bene tenere presente che la manutenzione della catena e della trasmissione di una e-Bike è qualcosa di cui dovete occuparvi con maggiore attenzione.

– I freni
Esistono proposte specifiche (Sram Guide Re, Formula Cura E e altri) e non, ma in generale l’impianto frenante deve essere sovradimensionato rispetto a quello di una Mtb con il medesimo valore di travel.

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La pinza Sram Guide Re: qui i dettagli

Perché le e-Bike pesano di più, sono generalmente capaci di una maggiore velocità in discesa e per tale ragione richiedono freni più potenti e resistenti.
Quindi, orientatevi su freni specifici per e-Bike oppure su sistemi frenanti di derivazione Dh, cioè quelli pensati per la discesa.

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La pinza Shimano Saint: qui i dettagli

Pinze a 4 pistoncini, dischi da almeno 180 mm e poca attenzione alla leggerezza: sulle e-Bike servono freni più potenti.

– Le ruote
Servono ruote specifiche?
La risposta corretta è: servono ruote più robuste perché, oltre al maggiore peso, entrano in ballo anche altri due fattori.
Il primo riguarda la potenza che si applica sulla ruota libera: oltre a quella delle gambe c’è anche quella del motore e siccome si parla in totale di numeri non trascurabili è bene considerare (leggetela come una raccomandazione) un mozzo posteriore specifico per e-Bike.

Le ruote Dt Swiss Hx 1501: qui i dettagli




Al momento ci hanno pensato Dt Swiss e Mavic.
Altro punto: le e-Bike sono meno agili di una Mtb. Ovvero in alcuni casi può essere più difficile fare la traiettoria giusta con il risultato di sottoporre l’e-Bike a indesiderati maggiori strapazzi.

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Le ruote Mavic e-Deemax Pro: qui i dettagli

Quindi serve più robustezza, però tanto più siete esperti nella guida e tanto meno avrete a che fare con questo aspetto.
Valutate voi…

– Le gomme
I requisiti che devono avere le gomme sono pochi, ma tutti molto importanti: maggiore robustezza della carcassa e maggiore grip, specie al posteriore.
Esistono delle soluzioni ad hoc per le e-Bike (da parte di Vittoria, Schwalbe, Kenda e altri ancora), ma in ogni caso occorre considerare i due aspetti suddetti.
Le e-Bike hanno bisogno di gomme più prestanti e le proposte mutuate dal mondo della Dh e dell’enduro sono le più indicate.
I pesi salgono, ma ne guadagna il piacere di guida e l’affidabilità del mezzo.

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Le Maxxis Minion Dhf WT

E le gomme Plus?
La bike industry sta riducendo man mano la sezione, passando dagli iniziali 3,0” agli attuali 2,8-2,6”.
Le gomme Plus sono molto valide per gli utenti che hanno bisogno di maggiore confidenza in discesa e di un generale maggiore comfort.

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La gomma Schwalbe Nobby Nic 27,5×2,8″

Se le velocità aumentano e i fondi diventano più scivolosi, però, le gomme Plus devono diventare molto più artigliate e non è raro che vengano sostituite da gomme non Plus o da ruote da 29”.
Il discorso gomme potremmo chiuderlo qui per farla breve, ma merita una trattazione più approfondita, anche per quanto riguarda il diametro della ruota.

– Le sospensioni
Anche qui i requisiti tecnici più importanti sono robustezza strutturale (per la forcella) e, nei limiti del possibile, idraulica dedicata o idraulica regolabile dall’esterno.
Cioè se vi piace guidare e avete l’abitudine a configurare nei dettagli la risposta delle sospensioni, allora siete “obbligati” a fare altrettanto anche sulle e-bike.
La regolazione delle sospensioni, qui, è particolarmente importante.

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Il peso extra della bici può richiedere un freno maggiore alle basse velocità di compressione, uno o anche due token in più nella forcella (per avere maggiore progressività), un valore di pressione maggiore (ovvero maggiore precarico) e altri dettagli ancora.
Di sicuro, però, le sospensioni non vanno sottovalutate e infatti uno degli upgrade che gli utenti sono soliti fare riguarda proprio le sospensioni.
E sulla sospensione posteriore, infatti, spesso si trovano unità a molla.
L’incremento di peso è meno rilevante su una e-bike visto che comunque siamo già ben oltre i 21-23 Kg.

– Il display
Serve oppure no?
La risposta, per farla molto breve, può essere questa al momento:
– sì, se il display è compatto, facile da leggere e riparato in caso di cadute
– no, se il display è ingombrante ed esposto in caso di cadute

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Il comando remoto per la gestione dell’assistenza sulla nuova Specialized Turbo Levo

Anche qui l’arrivo della Specialized Turbo Levo ha portato tutti a ridurre le dimensioni e addirittura a rivalutare la necessità di un display sul manubrio, ma ad oggi, sull’utilità reale di un display sulle e-Bike, le risposte che ci sentiamo di dare sono quelle sopra menzionate.

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Il display Shimano Steps integra anche un’interfaccia Bluetooth e Ant+

Non a caso il sistema Shimano Steps sta prendendo sempre più piede anche per il suo display che, oggi, è il riferimento assoluto.

– Il portabici
Ecco un altro aspetto non da poco: come trasporto in auto la mia e-bike?
Se volete trasportarla senza smontare le ruote, i portabici da tetto sono da escludere (perché issare una e-bike lassù è una piccola impresa e poi perché molti di questi non sono compatibili con le e-bike) e, a meno che non abbiate un van o un pickup, l’unica soluzione sono i portabici da gancio di traino oppure i portabici posteriori.
Abbiate cura di scegliere modelli idonei per il peso di una e-bike.

Batteria integrata: è solo un fatto estetico?
Quando fu presentata al pubblico la Specialized Turbo Levo dettò legge anche dal punto di vista estetico.
La batteria e il motore c’erano, ma non erano così evidenti come accadeva su altre e-bike dell’epoca (parliamo di appena due anni fa) e questo segnò il canone estetico al quale tutti (o quasi tutti) i brand si allinearono.
La batteria integrata, però, richiede un impegno progettuale e costruttivo maggiore perché il tubo obliquo va concepito e disegnato internamente in modo molto diverso.

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La batteria integrata nel tubo obliquo della Specialized Turbo Levo: qui il test e i dettagli

Questo aumenta i costi e talvolta anche i pesi, ma l’estetica, se non altro, è allineata a quello standard.
Che oggi equivale a rendere più bella una e-bike.
L’occhio vuole la sua parte, certo, ma conta (o dovrebbe contare) soprattutto il piacere di guida e questo, a volte, cozza con le ragioni dell’estetica.
Ovvero, le e-bike, non essendo delle bici a tutti gli effetti, richiedono attenzioni e requisiti tecnici differenti.

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La batteria Shimano integrata nel tubo obliquo della Bmc Trailfox Amp Ltd. Qui i dettagli

Ciò che è più importante, prima ancora dell’estetica, è centralizzare e abbassare il baricentro, incrementare la precisione di guida, aumentare la solidità del telaio e del carro e utilizzare componenti adeguati al livello di prestazioni di cui è capace il telaio.
Mettere d’accordo tutti questi fattori significa soprattutto una cosa: aumentare il piacere di guida.

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Il tubo obliquo di dimensioni generose della Cannondale Monterra ha al suo interno l’alloggiamento per la batteria: qui i dettagli e il test

Se poi la batteria è integrata e abbiamo anche un portaborraccia proprio lì dove siamo abituati a vederlo, tanto meglio.

Geometria, angoli e misure: cosa è realmente importante su una e-Bike?
Proseguendo il discorso di prima, la geometria ha un ruolo chiave perché determina la posizione del biker in sella e rispetto alle due ruote e caratterizza la guida della e-Bike.
I parametri di geometria da considerare per una Mtb a pedalata assistita sono diversi:

– L’interasse
La presenza del motore elettrico impone dei vincoli e spesso innalza la lunghezza dell’interasse, cioè la distanza fra gli assi delle ruote.
Le e-bike sono generalmente più lunghe delle Mtb tradizionali di pari escursione, ma le cose, pian piano, stanno cambiando, a beneficio dell’agilità.

– L’altezza del movimento centrale (e la lunghezza pedivelle)
Le dimensioni esterne dei motori elettrici attuali impongono dei limiti oltre i quali è bene non scendere. Tuttavia i marchi più evoluti riescono a tenere il movimento centrale è ad un’altezza non molto differente rispetto a quella di una Mtb tradizionale di pari escursione riducendo, però, la lunghezza delle pedivelle.
Lo standard sulle e-Bike è di 170 mm (contro i 175 mm delle Mtb), ma si vedranno sempre più e-Bike con pedivelle anche da 165 mm di lunghezza.

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Un dettaglio affatto trascurabile, ovvero la protezione del motore Shimano Steps della Orbea Wild Fs realizzata con una piastra in lega leggera. Qui i dettagli e il test




– Il tubo superiore
Le e-Bike qui potrebbero creare una differenza significativa rispetto alle Mtb.
Un tubo superiore di una lunghezza canonica (diciamo ispirato alla Forward Geometry di Mondraker) riduce la facilità con la quale su una e-Bike si riescono a fare manovre come bunny-hop, manual o anche semplicemente a sollevare la ruota anteriore da terra.
Un tubo superiore più compatto oppure un reach maggiore abbinato a un tubo piantone a 75°, invece, avvicinano il biker al manubrio e lo aiutano nel compiere su una e-Bike tutte quelle manovre tipiche della guida offroad.
Questa “nuova” geometria è stata sposata da Rocky Mountain e da Orbea e la guida cambia in modo significativo.
Magari meno stabile sul veloce, ma sempre molto agile.

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I 42,5 cm di lunghezza del carro della Rocky Mountain Altitude Powerplay sono, al momento, il riferimento assoluto per compattezza

– La lunghezza del carro
Il motore elettrico, le gomme Plus e la sospensione posteriore comportano un inevitabile allungamento del carro, raggiungendo valori di 3-4 cm maggiori rispetto a Mtb di tipologia comparabile.
Questo riduce la maneggevolezza della e-Bike, ma facilita la trazione in salita, riducendo il sollevamento della ruota anteriore quando la pendenza è molto pronunciata.
Un carro compatto, però, permette sensazioni e piacere di guida molto vicine a quelle di Mtb tradizionali e infatti la tendenza attuale vede una costante riduzione della lunghezza del carro.

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La batteria alloggiata sotto al tubo obliquo e vicina al motore Shimano Steps della Thok Mig. Qui i dettagli e il test

– La posizione del motore e della batteria
La soluzione che l’intera industria della bici ha sposato è questa: motore e batteria devono essere quanto più vicini fra loro e quanto più in basso possibile.
Così la stabilità ne guadagna e anche la capacità di superamento degli ostacoli ne beneficia, riducendo il rischio di ribaltamento in discesa.
Quindi, da questo punto di vista le e-Bike sono anche più facili da guidare.

E passiamo adesso al capitolo conclusivo: sei anche tu un e-biker?



Simone Lanciotti

Salve, mi chiamo Simone Lanciotti... e sono un appassionato di mountain bike come voi. Qualche anno fa, beh, ormai 5 anni fa, ho provato la prima e-Mtb e si è aperto un mondo. Sono convinto che siano un'alternativa alle Mtb che potenzialmente riguarda tutti i biker. Il mio lavoro (e quello dello staff di eBikeCult che dirigo) è raccontarvi la loro evoluzione, come usarle al meglio e come vanno sui sentieri. Di seguito potete trovare tutti gli articoli firmati dal sottoscritto. Simone Lanciotti